La notizia L’ambulatorio steatosi del CEMAD (UOC diretta dal prof. Antonio Gasbarrini, preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore) darà accesso ai pazienti – segnalati da medici di famiglia e specialisti del territorio – per una valutazione non invasiva del danno epatico attraverso il Fibroscan (anche detto “elastografia epatica”, una tecnica utile a quantificare la fibrosi epatica, ovvero la cicatrizzazione dell’organo a seguito di patologie ndr) i cui dati saranno integrati con esami di laboratorio, biomarcatori, note sullo stile di vita, raccolti in una specifica applicazione gestita con il supporto della Intelligenza Artificiale.
E’ così partito il progetto GRIPonMASH, a opera di un consorzio composto da 27 istituzioni e aziende europee che hanno unito le forze per imprimere un sostanziale cambio di rotta alla diagnosi e al trattamento di quella che un tempo veniva chiamata steatosi epatica, oggi internazionalmente definita con gli acronimi MASLD e MASH, in virtù di caratteristiche e indice di gravità.
La steatosi epatica, comunemente nota come “fegato grasso” “…è’ una patologia del fegato, una condizione benigna nella quale il fegato immagazzina il grasso di cui ha bisogno in situazioni di necessità e che deve fisiologicamente accumulare. Il problema è che, in alcune persone, una percentuale dei pazienti con steatosi epatica, questo accumulo di grasso può innescare una serie di processi infiammatori che porta poi a una condizione più grave che si chiama steatoepatite che a sua volta può condurre negli anni a delle condizioni più serie dal punto di vista patologico, ovvero alla cirrosi e anche al rischio di tumore del fegato” è l’inquadramento del problema offerto dal Prof. Luca Miele (Dirigente UOC Medicina Trapianti Fegato, UOC CEMAD). Le cause di questo accumulo di grasso in eccesso sono riconducibili soprattutto alla duplice pandemia di obesità e diabete. Altro principale cofattore della steatosi è naturalmente l’abuso di alcol, che può aggravare il danno provocato da queste malattie dismetaboliche.
A essere affetto da epatopatia steatosica (MASLD) è il 30% della popolazione; tra queste persone, 1 su 5 progredirà verso una MASH, una forma caratterizzata da una forte infiammazione del fegato che finisce per danneggiare questo prezioso organo; nel 5% dei casi questi pazienti svilupperanno una forma ancora più seria di MASH, quella fibrotica appunto. “Mentre la MASLD è reversibile – chiarisce il Prof. Miele a Gemelli News – la MASH e la MASH fibrotica non lo sono; possono solo peggiorare portando alla cirrosi, all’insufficienza epatica e persino al cancro del fegato. Il problema è di proporzioni tali che da qui al 2030, la MASH sarà la principale causa di ricorso al trapianto di fegato. Ecco perché è così importante riconoscere i segni della malattia precocemente, per poterne bloccare la progressione verso queste complicanze. Uno dei principali obiettivi del consorzio – spiega il Prof. Miele che è Principal Investigator del progetto GRIPonMASH per il settore Diagnostic Modelling – è quello di sviluppare una piattaforma diagnostica, che consentirà di individuare precocemente i pazienti con MASH, di stratificarli con maggior accuratezza e di fornire loro consigli di stile di vita personalizzati. In particolare, noi contribuiremo a creare un algoritmo diagnostico basato sull’intelligenza artificiale, che aiuti i medici a identificare i pazienti a maggior rischio di sviluppare una forma progressiva, integrando esami di laboratorio e strumentali.”
Il trattamento “In questo momento – prosegue il Prof. Miele – non sono disponibili farmaci specifici contro la MASH, anche se sono in avanzata fase di sviluppo diverse terapie (alcune delle quali in sperimentazione anche qui al Gemelli), che stanno dando risultati molto promettenti. Quindi l’unico modo per fare prevenzione e per trattare questi problemi è aderire a un sano stile di vita: dieta mediterranea, attività fisica costante, niente alcol; da evitare le bevande zuccherate, grassi animali, carni rosse e ultra-processate (come insaccati e salsicce)”.