Facciamo oggi il punto sullo state of art della telemedicina in Italia, in particolare su alcuni progetti che vedono protagonista il Gemelli. Ne abbiamo parlato con il Dr. Gabriele Rumi (Allergologia e Immunologia Clinica, Gemelli IRCCS), che ringraziamo per la disponibilità.
D: “Il 2023 si presentava come un anno importante per lo sviluppo della telemedicina: i risultati hanno confermato le aspettative?”
Rumi: Le televisite nell’ultimo semestre hanno riscosso un successo a 360° da parte degli utenti, soprattutto quelli delle fasce più fragili, sia in età pediatrica sia adulti. Al CEMAD abbiamo infatti molti di questi pazienti che hanno bisogno di visite che chiamiamo transizionali e il supporto della telemedicina è essenziale per loro. Il contatto virtuale è molto importante, gli stessi pazienti attribuiscono un valore altissimo a questa metodologia, quasi come la visita in presenza.”
La tecnologia della telemedicina è poi molto importante anche per i pazienti più anziani, della 3° o anche della 4° età. Sono pazienti che hanno spesso un buon rapporto con la tecnologia, grazie alle esperienze professionali passate.
Parallelamente, le visite online sono utilissime quando è il caregiver a trovarsi in sedi diverse da quella del paziente (o del centro) potendo così consultare ogni tipo di documento (esito visite, esami, prescrizioni, consigli etc) anche a distanza.”
D: “E i nuovi progetti?”
Rumi: “E’ partito da qualche mese un progetto molto significativo, da cui è nata una presentazione di poster all’interno dell’ultimo Congresso Nazionale di Allergologia e Immunologia clinica, tenutosi a Bologna in ottobre, a firma del Prof. Franco Scaldaferri e mia”.
L’area è quella del Wellness aziendale e del telemonitoraggio. Parliamo di un ulteriore aspetto della telemedicina, dove vorremmo implementare – con uno smart band che misura l’attività fisica, il sonno, il contapassi – su una piattaforma gestita dal Policlinico Gemelli e da ENEL X, dal nome e-Well Smart Axistance, il monitoraggio a 360° dello stile di vita e lo stato di salute della persona. L’interpretazione dei dati vedrà l’apporto del Cardiologo, dell’Internista, del Dietologo Nutrizionista, dell’Ecografista, del Ginecologo (con valutazione mammografia) per quanto riguarda il sesso femminile. Ovviamente è coinvolto l’Urologo (controllo PSA) per gli uomini. Sarà così definito un programma a 12 mesi di telemonitoraggio, cui contribuisce un supporting coach infermieristico, che legge gli eventuali alert riferiti al singolo paziente e attiva il medico specialista per quell’area.”
D: “Un progetto ambizioso: quali sono i next step per realizzarlo pienamente su larga scala?”
Rumi “Questo scenario apre una prospettiva futura, nella quale ci sarà la possibilità di inserire all’interno della pratica clinica, per quanto riguarda le Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali, dei rilevatori per una diagnostica di base “a casa” del paziente. Questo è un test at-home, come abbiamo imparato a fare con il COVID, solo che in questo caso si prenderà un campioncino di materiale fecale e, con un’applicazione alla camera del cellulare, sarà possibile stimare (con un’approssimazione vicinissima al test di laboratorio) la calprotectina fecale.
Questo ci permetterà di razionalizzare le visite in presenza, valutare la risposta al farmaco biologico, sorvegliare il rischio di eventuali riacutizzazioni. Avremo poi un’indicazione tempestiva sulla necessità di seguire o meno delle entero-risonanze e colonscopie in urgenza, supportati da un dato clinico credibile.
A prescindere da qualche residua, comprensibile, cautela sulla attuale affidabilità della metodica, che andrà ovviamente affinata, questo ci permetterà di contare su un paziente che si monitora autonomamente, permettendoci di lavorare su un flusso di dati dove, più che il singolo valore, è importante lo scostamento dal valore basale, e, ancora di più, il contatto costante con il paziente.”
D: “Un paziente sempre più consapevole e responsabilizzato quindi…”
Rumi: “Le faccio un esempio estremamente attuale. Un valore aggiunto della telemedicina – rilevato anche nelle linee guida per la gestione dell’asma bronchiale da parte della Società Italiana di Pneumologia, sia in età preadolescenziale sia adulta – è l’autogestione del paziente con l’utilizzo della terapia inalatoria al bisogno.
Sono stati infatti pubblicati due studi nei quali questa auto referenzialità del paziente, soprattutto se giovane e sportivo, porta a un’adesione alla terapia addirittura superiore ai valori standard per questo tipo di trattamento.
Questa opportunità dell’autogestione, tale da favorire una sempre migliore consapevolezza del paziente, credo risponda al concetto che il Gemelli afferma propugnando la personalizzazione della cura che veda “il paziente al centro”.
La telemedicina è oggi anche uno strumento grazie al quale il paziente non solo può evitare liste di attesa per visite e esami, ma soprattutto può gestire al meglio la sua terapia, diventandone sempre più responsabile.
Inoltre, sia con la telemetria, sia con il consulto online, può “sentire” il Medico curante sempre vicino e disponibile. Il tutto a vantaggio della migliore aderenza e compliance alla terapia e quindi del migliore risultato della cura.
Questo aiuterà un grande centro, come CEMAD, che segue oltre 3000 pazienti l’anno a farlo in un modo sempre più efficiente ed efficace, ottimizzando attese e procedure. Elevando così quindi anche la qualità di vita del paziente, grazie al contenimento – ad esempio – di tutti quegli spostamenti non strettamente necessari, con un’importante riduzione anche dei costi a suo carico.”


