Quarta edizione del Master MICI “Trattamento Multidisciplinare e Terapia Chirurgica delle Malattie Infiammatorie Croniche dell’Intestino (MICI)” istituito dalla Facoltà di Medicina e Chirurgia della Università Cattolica del Sacro Cuore e a cura del CEMAD – Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS.
Sui suoi obiettivi e sulla metodologia applicata al programma scientifico abbiamo sentito il Prof. Franco Scaldaferri (CEMAD), Direttore Scientifico del Master, che ringraziamo per la disponibilità.
D “Professore, multidisciplinarietà protagonista già dal titolo?”
Scaldaferri “Il nostro master trova nella multidisciplinarietà un punto di forza da sempre. Ma la multidisciplinarietà è condizione fondamentale della gestione corretta delle MICI. In primis la multidisciplinarietà intra gruppo. Soprattutto i centri medio/grandi hanno bisogno di impostare una visione congiunta del paziente. Quindi dobbiamo standardizzare non solo le procedure ma anche le modalità di colloquio, di gestione dei pazienti. E il nostro master da questo punto di vista fa scuola.”
D “Si riferisce anche alle terapie?”
Scaldaferri “Naturalmente: coerenza nell’approccio anche e soprattutto in vista dei nuovi farmaci che abbiamo a disposizione per le malattie infiammatorie. Solo negli ultimi tre anni, oltre quattro molecole sono entrate in indicazione per la malattia di Crohn o per la Colite ulcerosa o per entrambe e altre arriveranno nel corso dell’anno, al massimo nell’anno a seguire.
Ma la multidisciplinarietà è un fattore di successo indispensabile extragruppo, e qui entra in campo la necessità del confronto diretto con altri specialisti come, per esempio, Reumatologi e Dermatologi che, più di altri, hanno bisogno di interagire con gli specialisti delle Malattie infiammatorie proprio in virtù delle comorbidità reumatologiche e dermatologiche dei nostri. Pazienti. Molti dei farmaci che noi impieghiamo possono essere utilizzati per entrambe le indicazioni, anzi per tutte e tre le indicazioni (ovvero gastro-derma-reuma) e i farmaci biologici possono essere utilizzati in parallelo quindi per ‘dual therapy’.”
D “Oggi, a che punto è il dialogo con i Centri esterni?”
Scaldaferri “C’è la necessità di multidisciplinarietà tra gruppi diversi, per esempio ospedali più grandi, ospedali più piccoli, ospedali con casistiche maggiori o minori e la discussione crea sicuramente confronto. E arricchisce entrambi, sia il nostro centro che eroga il master, ma sia i centri che fruiscono di questo percorso di studio per migliorare e interagire con noi.”
D “Vuole commentare la seconda parte del titolo, dedicata alla terapia chirurgica?
Scaldaferri “E’ la parte più complessa, direi preziosa, della gestione del paziente con malattia infiammatoria. E non per questo deve essere l’ultima spiaggia. E proprio perché è la parte più preziosa, dobbiamo far arrivare il paziente alla chirurgia nelle condizioni migliori possibili: dal punto di vista nutrizionale, dal punto di vista psicologico ma anche con il timing corretto e con i farmaci corretti. E questo è il motivo per cui affrontare questi discorsi in corso di master non può che essere un plus importante”
D “A chi si rivolge prioritariamente il Master, professore?”
Scaldaferri “Il master si rivolge ai cultori della materia: c’è chi vuole approfondire il percorso di diagnosi e cura dei pazienti affetti da malattia infiammatoria cronica e pertanto può essere rivolto sia a medici, sia a chirurghi, sia a infermieri, a chi ha interesse nell’approfondire – in maniera scientificamente solida – la gestione complessa e multidisciplinare di pazienti malattia ulcerosa.”
D “Anche perché sono patologie che si diagnosticano molto più che nel passato, ce lo conferma?”
Scaldaferri “Esatto e c’è un aumento della prevalenza nei giovani, ma ahimè c’è un aumento anche dei pazienti complessi perché hanno più comorbidità. Perché sono più anziani: dall’obesità allo scompenso cardiaco, ad altre comorbidità tipiche dell’età avanzata. E quindi anche per questa fascia d’età interagire con professionisti ospedalieri, formati su grandi casistiche può essere sicuramente un plus da considerare per la propria formazione. E, infine, abbiamo rivisitato anche il ruolo dell’Ecografia e dell’Endoscopia nella gestione di questi pazienti, per cui abbiamo anche ottimizzato la formazione in questo ambito.”




