Ancora una serie di contributi al dibattito scientifico arriva del “fuori onda” di “MICROBIOTA FMT (Fecal Microbiota Transplant) in IBD”, il prestigioso evento scientifico ospitato da Gemelli in chiusura del 2024. Oggi due voci dal Nord Italia, i Proff. Davide Giuseppe Ribaldone (Dipartimento Scienze Mediche, Università di Torino) e Edoardo V. Savarino (Università degli Studi di Padova). Le interviste integrali, come sempre, sul nostro canale YouTube.
“L’obiettivo della consensus è stato quello di coordinarci tra i vari centri per passare da un disegno teorico a un’applicazione pratica che potrà essere realizzata nei centri che oggi hanno partecipato, magari allargandola anche in altri centri” ci conferma il Prof. Ribaldone, che prosegue “poter disegnare uno studio che abbia non solo una fase di induzione della remissione, ma anche la fase di mantenimento, un po’ come facciamo con gli altri farmaci.”
D “Quindi risultati nelle IBD, sono evidentemente promettenti, ce lo conferma?”
Ribaldone “Sono promettenti, ancor più nella colite ulcerosa che nel Crohn e infatti questo è il nostro focus principale, però ci manca questo ultimo passo per passare, da qualcosa di promettente, a qualcosa che può essere poi realizzato nei nostri ambulatori quotidianamente in tutti i centri.”
D “Il gol, quindi, è la standardizzazione delle procedure?”
Ribaldone “Assolutamente: capire qual è il donatore giusto, come analizzare il donatore, se in qualche modo essere in grado di trovare un donatore in qualche modo più ‘abile’ e più efficace.”
La riflessione sulla selezione dei donatori apre il campo alla possibilità di impiegare, in modo sempre più semplice e più diffuso, il Fecal Microbiota Transplant in ambiti differenti.
“Alcuni farmaci – e mi riferisco agli immuno checkpoint inibitori – hanno rivoluzionato l’approccio attuale della gestione dei pazienti con patologia neoplastica, con tumore, e hanno permesso di ottenere dei risultati incredibili: in alcuni casi parliamo di remissione completa della patologia neoplastica e guarigione dalla neoplasia” è il quadro offerto dal Dr. Savarino in apertura di intervista.
“Ma noi sappiamo che questi farmaci purtroppo possono presentare anche qualche effetto collaterale e quelli gastrointestinali sono quelli più frequenti. Mi riferisco ovviamente alla tossicità epatica e alla tossicità colica o enterocolitica che molto spesso si manifesta in forma di diarrea o in forma di patologia simile alle malattie infiammatorie croniche dell’intestino. Queste coliti sono patologie di fatto rilevanti perché possono portare alla sospensione della terapia oncologica, in alcuni casi alla progressione della malattia in assenza di terapia. La composizione del microbiota intestinale sappiamo avere un impatto significativo sulla possibilità che si possano sviluppare questi eventi avversi e ci sono numerosi studi pubblicati sulle principali riviste internazionali che lo dimostrano e più recentemente abbiamo evidenza che la modulazione, del microbiota intestinale può essere in grado di prevenire e trattare gli effetti collaterali associati ai farmaci, di trattare in maniera adeguata le coliti, portando a una guarigione di questo effetto generale e alla prosecuzione della terapia oncologica.
Ma c’è da aggiungere che “Abbiamo evidenze altrettanto importanti che ci dicono la manipolazione del Microbiota possa avere un ruolo importante anche sull’outcome oncologico e quindi sulla possibilità che la neoplasia abbia una progressione in senso negativo” completa il Prof. Ribaldone.
Al Prof. Savarino abbiamo poi chiesto, in conclusione della intervista “Le malattie immunomediate: i numeri ci dicono di un loro incremento progressivo. Ce lo conferma? E quali possono essere i fattori scatenanti?”
Savarino “Di fatto negli ultimi anni stiamo assistendo a un aumento in termini di incidenza e prevalenza delle malattie immunomediate, malattie che sono appunto mediate dal sistema immunitario e che riconoscono diversi trigger di tipo ambientale che portano, in soggetti geneticamente predisposti a un’alterazione della risposta immune e quindi a manifestazioni cliniche, endoscopiche, istologiche, radiologiche, conclamate.
Si noterà per l’esofago l’esofagite eosinofila, la gastroenterite eosinofila, la malattia celiaca, la malattia di Crohn, la colite ulcerosa, tutte le malattie in cui il sistema immunitario è il driver della patogenesi della malattia.”
“Quali i principali tra questi trigger?”
Savarino “Purtroppo non lo sappiamo ancora: sicuramente la pollution, il tipo di alimentazione che abbiamo, le bevande, gli emulsionanti, zuccheri raffinati, tutto ciò che ha a che fare con la dieta, ma anche con allergeni ambientali presenti nell’aria. Molte concause hanno un ruolo importante e determinante nello sviluppo di questo tipo di patologia. Maggiori evidenze scientifiche si aggiungono, maggiore sarà la nostra capacità non solo di reagire allo sviluppo di queste patologie, ma di essere proattivi; ovvero agire in modo tale che non si sviluppino ulteriormente queste malattie…”
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