Come era nelle premesse, enunciate dal presidente, Prof. Antonio Gasbarrini, e dai coordinatori scientifici, Proff. Franco Scaldaferri e Loris Riccardo Lopetuso, l’ evento “Microbiota, FMT in IBD” ha offerto possibilità di incontro e scambio diretto tra molti dei principali esperti e ricercatori internazionali attivi su questo tema, che si conferma rappresentare una delle principali prospettive per la Ricerca biomedica dei nostri anni.
“Il lavoro di ricerca sul microbiota intestinale nell’IBD/MICI (Malattie infiammatorie croniche intestinali) è molto importante. Perché ci permette di capire come si manifesta la malattia e come possiamo cambiarne il decorso, modificando il microbiota con il trapianto fecale, per esempio” è l’opinione del Prof. João Sabino (University of Leuven Belgium), intervistato in occasione dell’evento per il nostro canale YouTube.
Ma, sia in presenza di patologia infiammatoria, sia in condizioni normali, abbiamo a disposizione, ogni giorno, un altro potente modulatore, come afferma il Prof. Sabino “Oppure cambiando l’alimentazione abituale in una dieta più sana che porti a un microbiota migliore e quindi a un migliore controllo della malattia (…)
Promuovere una sempre migliore sintonia tra i ricercatori in ordine a metodologie e obiettivi merita un impegno costante, come ci conferma la Dott.ssa Lucrezia Laterza (UCSC, IBD Unit CEMAD, Fondazione Gemelli IRCCS) nell’intervista che potrete seguire integralmente a questo link.
“Gli studi sul microbiota e trapianto di microbiota fecale, in particolare, sono una prospettiva molto allettante per le future terapie delle malattie infiammatorie croniche intestinali (MICI). Come tutte le terapie nuove, però, devono essere testate in maniera rigorosa, con una metodologia scientifica affidabile e riconosciuta dalla comunità scientifica internazionale.
Abbiamo una lunga storia di sperimentazioni cliniche sui farmaci che ci permette di avere una “palestra” e quindi di prendere degli spunti su come disegnare il futuro dei trial clinici con il trapianto di microbiota utili alla pratica clinica.”
“Sicuramente la metodologia dei trial farmacologici è una metodologia molto rigorosa tende a sottolineare la Dott.ssa Laterza che ci garantisce quindi poi che quel trattamento studiato in quel modo abbia realmente dati di efficacia e soprattutto anche poi di sicurezza per il trattamento dei nostri pazienti. Quindi da questi trial, da questi studi, possiamo sicuramente avere informazioni importanti per poi continuare la ricerca sul trapianto di microbiota.”
D “Mediamente, tra uno studio sperimentale e la sua trasposizione in termini pratici di clinica, di terapia o semplicemente di metodologia, quanto tempo passa?”
“Questo è un problema al momento della ricerca clinica afferma la Dott.ssa Laterza “perché spesso passano diversi anni (…) una nuova molecola, appena scoperta, deve essere validata prima nella sua sicurezza negli studi di fase uno. Se è sicura, può essere testata su piccoli gruppi per verificarne la possibile efficacia. Ci sono studi di fase due, se questa efficacia viene fuori ci sono poi trial registrativi, quindi quelli di fase tre, che devono confermare l’efficacia su ampi numeri e sulla patologia di interesse.
Tra queste tre fasi possono passare diversi anni e la maggior parte dei farmaci non arriva alla fase tre, che devono confermare l’efficacia su ampi numeri e sulla patologia di interesse. Tra queste tre fasi possono passare diversi anni e la maggior parte dei farmaci non arriva alla fase tre (…) sono in corso però ultimamente dei disegni innovativi che permettono di comprimere in parte le fasi di sviluppo, proprio per garantire un accesso più rapido ai farmaci nuovi, ma mantenendo comunque il rigore metodologico che ci serve a poter aver fiducia dell’efficacia e della sicurezza dei farmaci.“



