“Identificare ed implementare azioni di miglioramento clinico, organizzativo, gestionale e relazionale per facilitare l’accesso, la presa in carico con gestione multidisciplinare e continuità di cura delle persone con sospetto o diagnosi confermata di HCC nella Fondazione Policlinico Universitario “Agostino Gemelli” IRCCS”.
Questo il focus del progetto ECCOCI (HEPATO CELLULAR CANCER ORGANIZATION CARE INTEGRATION) attivo per 12 mesi (ma di cui si sta già progettando il rinnovo per il 2025).
Il progetto prevede la costituzione di un Advisory Board in cui sono presenti per la Fondazione Gemelli, il prof. Antonio Gasbarrini, la dr.ssa Francesca Romana Ponziani e la dr.ssa Vincenzina Mora per il CEMAD (Centro cui è affidato il Coordinamento del Progetto).
Alla Dr.ssa Ponziani abbiamo rivolto qualche domanda di approfondimento sugli obiettivi e le metodologie messe in campo da ECCOCI.
D “Dottoressa, possiamo fare innanzitutto il punto sulla patologia al centro di ECCOCI?
Ponziani “Il carcinoma epatocellulare (HCC) è un tumore maligno primario del fegato che si sviluppa spesso nel contesto di una malattia epatica cronica, soprattutto nei pazienti con cirrosi, ma può interessare anche pazienti con fegato sano o fegato “grasso”. Quasi il 75% dei tumori primari del fegato sono HCC. Il cancro del fegato e dei dotti biliari intraepatici è il sesto tumore più frequentemente diagnosticato al mondo e il carcinoma epatico primario è la terza causa più comune di mortalità correlata al cancro in tutto il mondo. Una patologia la cui incidenza – grazie al miglioramento della diagnostica – è segnalata in aumento in molte parti del mondo, tra cui Nord America, America latina ed Europa centrale.”
D Il Gemelli è un hub importante per la diagnosi e la cura di questo tumore?
Ponziani “Sì e con numeri in crescita: presso il CEMAD vengono presi in carico ogni anno circa 350 nuovi pazienti. Nei suoi 15 anni di attività il Tumor Board multidisciplinare Hepatocatt ha valutato circa 3000 casi di pazienti con lesioni epatiche/HCC.”
D ECCOCI ha dato un contributo importante in questi suoi primi mesi di impiego? E in che modo?
Ponziani “I volumi e l’eccellenza clinica del Centro anche nella gestione della persona a rischio/diagnosi confermata di HCC richiedono un supporto nelle varie fasi del percorso che la Fondazione ha individuato dal 2013 con un modello organizzativo per PCA (Percorsi Clinico Assistenziali) in cui è fondamentale il ruolo del “facilitatore organizzativo”, il care manager. Nel nostro board il care manager è stato introdotto a settembre dello scorso anno, portando a un migliorare ulteriormente il funzionamento di questa complessa macchina: da allora sono stati già valutati più di 300 casi, riducendo i tempi di attesa per la valutazione a meno di un mese, cosa molto importante per un paziente affetto da questa patologia. Per più di 200 di questi pazienti è stata indicata la prosecuzione dell’iter terapeutico, e circa 50 hanno beneficiato di trattamenti curativi come il trapianto di fegato o la resezione chirurgica, circa 80 sono stati sottoposti a trattamenti locoregionali (ablazione o chemioembolizzazione o radioembolizzazione), mentre almeno in 50 casi è stata avviata una terapia sistemica. In una minoranza dei casi, per il deterioramento della funzione epatica o delle condizioni cliniche, non è stato possibile procedere con un trattamento specifico e il paziente è stato affidato alla terapia di supporto.”
“Questa attività sbalorditiva è stata possibile grazie ai numerosi cambiamenti introdotti negli ultimi anni, di cui l’introduzione del care manager è solo l’ultimo step. Le figure impegnate nella gestione multidisciplinare si sono ampliate e si è estesa la rete di collaborazione: con i chirurghi epatobiliari, con gli oncologi, con i radiologi, sia quelli che si occupano di diagnostica sia di interventistica. Non si interviene infatti solo più chirurgicamente ma anche con modalità personalizzate.”
D “Parliamo delle terapie e della loro evoluzione?”
Ponziani “Le terapie, anche per i tumori avanzati, sono andate molto avanti: non è moltissimo che è stata introdotta l’immunoterapia, che è da tempo lo standard of care per molti tipi di neoplasia. Prima, per l’HCC esistevano solo terapie basate su meccanismi che contrastano l’angiogenesi tumorale, ma ora i nuovi farmaci garantiscono una maggiore efficacia nel prolungare la sopravvivenza e controllare la malattia. Da poco è stata attivata la prescrivibilità del primo regime che si basa esclusivamente su farmaci immunoterapici. E aggiungo che il Board non può prescindere anche da altre figure, come quella dei nutrizionisti, e dovrebbe essere fatto di più anche sul supporto psicologico dei pazienti che affrontano un percorso così complesso.”
D “Quindi una sempre migliore interazione tra le diverse figure coinvolte è l’obiettivo per il futuro?”
Ponziani “E per il presente! Puntiamo ad avere un sistema sempre meglio strutturato che consenta a ogni medico che ne abbia bisogno, anche al medico di medicina generale, di richiedere la consulenza al Tumor Board Multidisciplinare, che indirizzi il paziente per il tipo di diagnosi alla terapia migliore nel modo più semplice possibile.”
“L’ideale per il futuro sarebbe sviluppare una piattaforma che supporti questo network di interazioni fra l’Ospedale e il mondo “esterno”. Questo aiuterebbe molto e il paziente che potrebbe avere una valutazione multidisciplinare ancora più tempestiva per poi magari, se possibile, essere riaffidato alle cure dei colleghi che lo seguono nel suo percorso, magari vicino casa, migliorando la qualità dell’assistenza e anche della vita del paziente e dei suoi familiari.”
Il Report completo dell’anno 2023 è disponibile a questo link Progetto ECCOCI
“Progetto realizzato con il supporto non condizionato di Roche”