Arriva l’estate e, come ogni anno, MINSAL e istituzioni sanitarie ci invitano a “superare le reticenze e generare consapevolezza sulle infezioni a trasmissione sessuale. I dati relativi a queste ultime, dalla clamidia alla gonorrea alla sifilide, sono in preoccupante aumento in Italia. Con l’estate poi si viaggia di più e si moltiplicano le occasioni di incontro e relazione tra individui, aumentando così i possibili rapporti occasionali, che possono nascondere il rischio di Infezioni Sessualmente Trasmesse (IST). Mentre restano le minacce di HIV ed Epatite C, su cui spesso non vi è piena consapevolezza” leggiamo su Sanità Informazione.
E, per ultimo ma solo nel nostro elenco, rivolgiamo un significativo warning anche a causa del riaccendersi dei contagi da COVID.
Abbiamo voluto sottolineare i rischi delle patologie infettive secondo una particolare angolazione, mettendo in primo piano la loro pericolosità per chi soffre di una patologia immunologica come le MICI/IBD (Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali).
Ci ha accompagnato in questo percorso la Dr.ssa Simona Di Giambenedetto (Clinica Malattie Infettive, Pol. Gemelli IRCCS) che ringraziamo per la cortesia e la disponibilità. L’intervista integrale è sul nostro canale YouTube.
D “Vogliamo partire dal quadro della situazione rispetto alla sua specialità e alle malattie croniche intestinali?”
Di Gianbenedetto “Alcune patologie infettive vanno prese in seria considerazione nell’IBD.
Ad esempio, l’infezione HIV o il COVID non sono sempre presenti nella riflessione che si fa in campo medico e addirittura i dati sul trattamento dell’IBD nel paziente con infezioni HIV risalgono al 2014.
D “E questo perché secondo la sua valutazione?”
Di Gianbenedetto “Perché probabilmente l’infezione da HIV rischia di essere, purtroppo, un’infezione dimenticata, ma in realtà non è così perché noi facciamo circa 2000-3000 diagnosi l’anno.
Certo, adesso rispetto al passato sono meno numerose, però le infezioni da HIV ci sono e – come ho già detto in precedenza – spesso è una patologia immunosoppressiva che si associa a un’altra patologia immunosoppressiva, come possono essere le IBD. Quindi è importante non dimenticare nessuna malattia infettiva.”
D “Nel grande quadro delle malattie infettive sappiamo che si fa poca comunicazione e, proprio rispetto alle malattie sessualmente trasmesse, nei pazienti più giovani credo le incontriate con maggiore frequenza. Lo conferma?”
Di Gianbenedetto “Assolutamente sì, la malattia a trasmissione sessuale forse è considerata come una malattia negletta. Ma se trascuriamo la possibilità di incontrare questo tipo di patologia, rischiamo di sbagliare. Dobbiamo ragionare a 360 gradi sul paziente, anche se egli non sembra rappresentare una cosiddetta categoria a rischio, perché le categorie a rischio non esistono più per le malattie a trasmissione sessuale.
Quindi l’obbligo è assolutamente fare lo screening, cioè fare educazione e spingere la popolazione a fare lo screening, almeno una volta all’anno per tutte le malattie a trasmissione sessuali, che sono tutt’altro che scomparse.”
D “Ci consenta un termine non scientifico, la reciprocità tra patologie. Ci vuole parlare di questo aspetto particolare?”
Di Gianbenedetto “Se torniamo a ragionare sull’infezione da HIV e la vogliamo associare all’IBD, osserviamo che sono due patologie legate all’inizio da un’immunodepressione.
Quindi nel momento in cui un virus entra in un organismo e dà origine a un’immunodepressione, che può coesistere con una cascata infiammatoria che si attiva, a sua volta sulla base di altre patologie di tipo autoimmune.
Ad esempio: tante diagnosi le facciamo perché c’è una piastrinopenia immune, cioè il virus è in grado di distruggere le piastrine, così come è in grado di distruggere il tessuto intestinale. Da qui nascono i processi infiammatori che poi osserviamo nelle le Malattie Infiammatorie Croniche. Quindi due patologie con lo stesso meccanismo di insorgenza.”
D “Invece con il Covid che cosa è successo?”
Di Gianbenedetto “Con il Covid abbiamo assistito a qualcosa di diverso dalle previsioni: pazienti già immunodepressi aggrediti in modo severo da un nuovo virus; ma così non è stato.
Proprio perché sono dei pazienti immunodepressi, sviluppano poco una risposta infiammatoria, che è già compromessa in origine. Quando è entrato il virus del Covid, che sviluppa una grossa infiammazione, si è visto che questi pazienti l’infiammazione la sviluppavano poco.
Per fortuna questa tipologia di pazienti, in maggioranza, ha avuto delle patologie moderate e non la patologia grave da Covid.”
D “Fenomeni come quello dell’antibiotico resistenza, come impattano su questa popolazione di pazienti?”
Di Gianbenedetto “Tantissimo. Si tratta di pazienti con diverse infezioni batteriche (es. polmoniti, oppure infezioni ricorrenti delle vie urinarie, patologie a livello delle alte vie respiratorie etc) e nel momento in cui c’è un utilizzo non idoneo dell’antibiotico alla fine impattano tantissimo, anche perché gli antibiotici vanno ad alterare quello che è il microbiota che poi è alla base di tutta la funzionalità intestinale.”
D “Qual è il modo migliore per cercare di ridurre questo problema?”
Di Gianbenedetto “Affidarsi al curante. Le MICI/IBD, come ormai quasi tutte le patologie croniche, vedi il diabete, vedi l’infezione da HIV, sono patologie che non vengono gestite da un solo specialista, ma da una multidisciplinarietà. Quindi se il paziente prima di prendere un antibiotico casuale perché ha una polmonite, si rivolge al gastroenterologo, sarà il gastroenterologo stesso poi a interpellare il collega nell’ambito della multidisciplinarietà.”