E’ partita la seconda edizione del Master di II livello “Trattamento multidisciplinare e terapia chirurgica delle malattie infiammatorie croniche dell’intestino (MICI)” rivolto a Laureati in Medicina e chirurgia (Classe LM-41); Specialisti in Chirurgia Generale; Specialisti in Gastroenterologia, Malattie dell’apparato digerente; Specialisti in Medicina interna; Laurea Magistrale in Scienze Infermieristiche (foto di apertura: gli iscritti alla II edizione, a sinistra, insieme ai diplomati della I edizione).
Direttore del Master è il Prof. Luigi SOFO (Direttore della UOC Chirurgia Addominale Gemelli IRCCS e Direttore Master) cui abbiamo chiesto un approfondimento su quanto svolto nella I edizione e, soprattutto, di offrirci una visione in prospettiva di questa seconda edizione, delle sue caratteristiche e degli obiettivi. L’intervista integrale è disponibile sul nostro canale YouTube.
D “Professore, secondo anno del Master che lei dirige, possiamo fare un consuntivo dell’edizione precedente e capire insieme quali sono le premesse per il futuro?”
Sofo “Sicuramente sì. Direi che questo Master è andato molto bene, devo dire con soddisfazione, addirittura oltre ogni nostra più rosea previsione (nella foto la consegna dei diplomi della I edizione).
Si è rivelato estremamente utile per i discenti, per implementare tutta una serie di argomenti, intanto una specifica capacità di trattare in maniera più appropriata i pazienti con patologie così complesse. Poi è stato capace di incrementare e sottolineare l’importanza dei trattamenti multidisciplinari di queste malattie che ormai sono una pietra miliare per affrontare questo tipo di paziente.
Ci si è resi conto – è ormai consolidata convinzione in letteratura scientifica – che questi pazienti hanno bisogno di avere di fronte più professionisti, più specialità, che hanno la capacità di integrare con più voci, che parlano lo stesso linguaggio, la capacità di affrontare questa malattia.
Molto soddisfatti tutti i docenti del Master e molto soddisfatti anche i discenti, cioè coloro che hanno partecipato a questo Master. Abbiamo infatti avuto peraltro un’importante richiesta per il nuovo master, per la nuova edizione, che è partita in questi giorni.”
D “Tra l’altro una patologia purtroppo in costante aumento e quindi la necessità di un presidio di cura è sempre più allargata, più efficace, ce lo conferma?”
Sofo “Sì, perché le malattie infiammatorie croniche intestinali sono malattie che in termini di incidenza e prevalenza stanno aumentando ed è cambiato l’approccio a queste malattie per tante ragioni.
Per parte mia, da chirurgo, devo dire che si è finalmente capito che la chirurgia non è quello che un tempo si pensava, ovvero l’ultima spiaggia, l’ultima risorsa, quella a cui si ricorreva quando non c’era più niente da fare. Non è più così: è una tappa importante che serve a curare queste malattie e deve essere ben integrata in un percorso soddisfacente, positivo.
Ma è molto importante che la chirurgia venga proposta nel momento giusto, nel paziente giusto. Il timing, la strategia chirurgica deve essere corretta, altrimenti si rischia di portare al tavolo operatorio un paziente molto compromesso, con possibilità di cura decisamente ridotta. Devo dire che questa è una capacità propria dei centri ad alto volume come il nostro, perché solo nei centri ad alto volume si matura quella capacità di proporre al paziente la cosa giusta al momento giusto. E l’altro elemento importante è l’enorme sviluppo della chirurgia mininvasiva.
La laparoscopia ha cambiato completamente la prognosi di questi pazienti e oggi la robotica con tante piattaforme a disposizione ci presenta alternative importanti e ci consente di affrontare – in maniera sempre meno invasiva nei confronti del paziente – una chirurgia curativa.”
D “C’è da questo punto di vista anche un discorso sull’intelligenza artificiale che è stato affrontato in questi giorni. Può aiutare anche il chirurgo?”
Sofo “L’intelligenza artificiale è il futuro per moltissime cose. Certamente cambierà un po’ l’approccio dei trattamenti medici in genere e dei trattamenti chirurgici. Non è ancora accaduto, però penso che nei prossimi decenni vedremo un enorme cambiamento di tutto ciò che pensiamo essere lo standard del trattamento. La stessa chirurgia cambierà, si farà molta più chirurgia robotica e si farà molta più chirurgia assistita dall’intelligenza artificiale.
Io vedo ancora paura nei confronti dell’intelligenza artificiale, ma fondamentalmente perché non la si conosce. L’ignoto fa sempre un po’ paura ma guardando il passato, ogni cosa nuova ha sempre spaventato all’inizio, ma poi si è dimostrata sempre capace di apportare modifiche, suggerimenti, proposte molto utili. Sono convinto che ci aiuterà tanto. Banalmente, a elaborare i dati delle nostre ricerche, dei nostri trattamenti, per affinare la capacità di selezionare il giusto trattamento per il giusto paziente, cioè ci consentirà di avere una medicina ancor più personalizzata. Una tailored surgery per quanto riguarda la chirurgia, come oggi si usa molto dire, ovvero qualcosa di specifico, preciso, misurato sul paziente e sulla malattia del paziente.”