Le malattie infiammatorie croniche (MICI) sono un gruppo di patologie che possono seriamente compromettere la qualità di vita dei pazienti, il cui numero è in forte aumento. Una vera sfida per i professionisti sanitari, che nei centri specializzati come CEMAD, lavorano costantemente e con una visione multidisciplinare per offrire accesso alle terapie, supporto e assistenza. Le novità sulla gestione delle MICI sono al centro del Congresso IG IBD, che si svolgerà dal 30 novembre al 2 dicembre: ne parliamo con il dr. Daniele Napolitano, Care Manager IBD CEMAD.
Dottor Napolitano, ci spiega innanzitutto che cos’è IG IBD e quali sono i suoi obiettivi?
IgIBD è la Società Italiana si occupa di Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali, impegnata nella ricerca, nell’educazione sanitaria e nella creazione di un network tra tutti le figure professionali che gravitano in questo mondo. E’ impegnato in decine di iniziative, nazionali e regionali e vede coinvolti migliaia di medici, chirurghi, infermieri, psicologi e tanti altri ancora
Nel Congresso 2023 è prevista un’importante sessione infermieristica: ci porterà delle novità? E quali?
La sessione infermieristica dal titolo “IBD Nurse extended roles” quest’anno mira ad avere un focus centrato sulla pratica assistenziale e quindi fare il punto della situazione, su quelle che sono le nuove sfide per gli infermieri, come le nuove terapie sperimentali e la loro gestione alla poltrona o casa del paziente, le nuove figure emergenziali come il case e care manager e infine la ricerca.
Inoltre, nella seconda parte faremo il punto della situazione su quella che è la situazione attuale e quali risvolti per la professione infermieristica ci dobbiamo aspettare, dal PTDA (percorso diagnostico terapeutico assistenziale), che dovrà essere aggiornato, alla carenza di personale e riconoscimento delle competenze da parte di FNOPI. Infine, una tavola rotonda con i maggiori esponenti della società IGIBD e dell’Associazioni pazienti AMICI ITALIA, per capire se gli infermieri possono veramente diventare grandi e creare il loro gruppo nazionale, la loro identità professionale con il riconoscimento delle loro competenze.
Parliamo del paziente: quali sono i loro dubbi più frequenti e le necessità, e quali strumenti possiamo mettere in campo per dare loro rassicurazione?
Il paziente ha nella dimensione infermieristica una grande arma per combattere e gestire la propria malattia. Oggi il numero in aumento della prevalenza di queste malattie ci porta a immaginare che nei prossimi anni avremo centinaia di pazienti in più e che i centri IBD non saranno in grado di gestire in maniera agevole.
Nuove terapie e gestioni multidisciplinari sempre di più complesse non faciliteranno il compito. La figura infermieristica potrà, se adeguatamente formata e con riconosciuta competenza, facilitare tutto ciò, agevolare i percorsi clinici dei pazienti e supportarli, riducendo tempi, risorse e aumentando qualitativamente l’assistenza erogata e l’accesso alle nuove terapie.
Il corso precongressuale ha l’ambizione di mirare a creare un gruppo forte di infermieri che sappia dare le indicazioni nazionali e anche al livello internazionale, far riconoscere queste competenze e riuscire ad essere attrattivo per altri colleghi. Un infermiere esperto e competente in IBD come requisito essenziale in ogni centro IBD potrebbe certamente essere il tanto agognato obiettivo del nostro percorso professionale.
E’ stata avviata una campagna di sensibilizzazione sulle Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali #insiemesipuò, con uno spot che ha Enzo Iacchetti come testimonial. Un’iniziativa importante, come è stata recepita?
Sport, viaggi, lavoro, relazioni sentimentali. Sono questi i focus al centro dello spot, ma ancora di più lo sono la qualità della vista dei pazienti giovani e non, che vedono in questa malattia dei grossi limiti, legati alla mancanza di conoscenza. Lo spot deve sensibilizzare alla consapevolezza della cronicità, alla capacità di cercare aiuto nei centri specializzati, mira a far sapere ai pazienti che esistono associazioni e società scientifiche che investono tempo e ricerca per supportarli, ma soprattutto mira a muovere culturalmente la società al riconoscimento di queste cronicità, che sembrano per molti essere ancora invisibili. Enzo Iacchetti non fa ridere nello spot, è vero, ma il messaggio che manda, insieme a IGIBD, SIGENP e AMICI ITALIA, ci lascia con la speranza che non si combatte da soli e che i pazienti hanno bisogno di cure, terapie innovative e professionisti competenti che possano favorire la prevenzione e la ricerca, a partire dai bambini.