L’epatite C, causata dal virus denominato Hepatitis C Virus (HCV), è il maggiore agente infettivo responsabile delle epatiti di origine virale nei paesi industrializzati.
Degli individui contagiati dall’HCV, circa l’85% è destinato a sviluppare infezione cronica con evoluzione nell’arco di 10-20 anni in cirrosi epatica nel 20-30% dei casi. I pazienti cirrotici HCV positivi hanno inoltre una probabilità di sviluppare un carcinoma epatocellulare nell’1-4% dei casi, con una mortalità significativa dovuta allo scompenso epatico o alla progressione della neoplasia. L’infezione decorre nella maggior parte dei casi in assenza di manifestazioni cliniche, favorendo la trasmissione del virus e il contagio.
Attualmente, il maggior numero degli individui al momento dell’infezione ha una età tra i 25 ed i 44 anni in Europa, a seguito dell’assunzione per via parenterale di sostanze iniettive o mediante rapporti sessuali non protetti. È tuttavia noto da circa un decennio che gli individui nati tra il 1945 ed il 1968, i cosiddetti “baby boomers”, presentino una maggior prevalenza di infezione cronica da HCV.
In Italia, in uno studio condotto su 1500 partecipanti, 40 individui sono risultati positivi per HCV, e l’8.2% dei candidati risultava nato tra il 1945 ed il 1965.
Le possibili cause
Quanto riportato è comprensibile considerato il maggior rischio di aver contratto inconsapevolmente l’infezione prima dell’identificazione del virus, delle abitudini sociali (assunzione di stupefacenti per via iniettiva, rapporti sessuali non protetti) e della messa in atto di strategie di prevenzione primaria (utilizzo di siringhe e taglienti monouso, screening anticorpale degli emoderivati, campagne sulla prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili, etc).
Ne risulta che l’infezione da HCV abbia un impatto sociale ed economico così significativo da indurre l’OMS a considerarlo un problema prioritario di Sanità Pubblica e da intraprendere nel 2016 una campagna mondiale atta alla sua eradicazione entro il 2030.
Tra gli stati europei, l’Italia è il paese con il maggior numero di individui HCV positivi con alto tasso di sviluppo di epatocarcinoma. Il processo di controllo e limitazione delle infezioni virali intrapreso negli ultimi decenni ha permesso una drastica riduzione dei nuovi casi registrati, con un calo importante tra il 1985 ed il 1995; successivamente l’incidenza dell’infezione ha continuato a decrescere, stabilizzandosi su tassi tra 0.2 e 0.3
Generazioni a confronto
Negli anni si è anche osservato un incremento dell’età media degli individui HCV positivi, con un numero più elevato di nuovi casi nella classe di età tra i 25 ed i 34 anni nel 2016 e un interessamento della classe d’età tra i 35 ei 54 anni al 2020. Una pietra miliare per il contenimento dell’infezione da epatite C è stata la scoperta e la messa in commercio dei farmaci ad azione antivirale diretta di seconda generazione (DAAs) altamente efficaci ma soprattutto ben tollerati.
Non ci sono solo buone notizie: uno degli ostacoli principali all’eliminazione del virus dell’epatite C è dato dalla proporzione di pazienti con infezione cronica inconsapevoli della loro patologia. In aggiunta, gli individui ignari della positività all’infezione sono spesso parte di categorie sociali fragili con scarso accesso a servizi specialistici ambulatoriali per la valutazione e il trattamento farmacologico e individui in attesa di presa in carico da parte dei centri specialistici autorizzati al trattamento.
Lo Screening nelle popolazioni a maggior rischio
In Italia nel biennio 2020-2021, a seguito dell’analisi dei dati epidemiologici da parte del Centro Nazionale Salute Globale dell’ISS con l’ausilio della Piattaforma Italiana per lo studio della Terapia delle Epatiti viRali (PITER), è stata varato un finanziamento di 71.5 milioni di euro mediante il Decreto Milleproroghe, finalizzato a garantire lo screening anticorpale gratuito per tutti gli individui nati tra il 1968 e il 1989, e per le popolazioni a maggior rischio (individui seguiti dai Servizi pubblici per le Tossicodipendenze e per i detenuti).
In questo quadro, non vengono però presi in considerazione gli individui nati prima del 01/01/1968, periodo storico caratterizzato da una minore consapevolezza e diffusione di norme igienico-sanitarie e comportamentali, dall’assenza di pratiche preventive sulla sterilizzazione dei presidi sanitari e dal mancato screening degli emoderivati.
Il numero di casi individuati può pertanto essere ulteriormente implementato mediante il coinvolgimento della popolazione non arruolabile nelle categorie a rischio identificate dal decreto Milleproroghe.
Basandosi su queste osservazioni, emerge la necessità di effettuare lo screening di tutti gli individui nati prima del 1° gennaio 1968 che vengono ricoverati nei reparti di medicina e chirurgia della Fondazione Gemelli.
Fondazione Gemelli IRCCS realizza il Progetto ERADIcATE
Il Progetto “ERADIcATE” ha la finalità di identificare la prevalenza degli anticorpi anti-HCV nei pazienti che accedono in PS o ricoverati presso i reparti di degenza della Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS, nati prima del 1° gennaio 1968.
A tal fine, i pazienti che accedono in PS o ricoverati e nati prima del 1° gennaio 1968 a partire dal 1° settembre 2023 vengono sottoposti a test sierologico rapido POC (Meridian Bioscience) su sangue capillare ottenuto mediante puntura del polpastrello.
Per i pazienti positivi verrà chiesto il dosaggio dell’HCVRNA quantitativo; qualora quest’ultimo risulti rilevabile, il paziente verrà avviato ad un percorso nell’ambulatorio di epatologia per il completamento diagnostico e verrà intrapresa una terapia per la cura dell’infezione da HCV, fatte salve le controindicazioni indicate dalle linee guida (ovvero epatocarcinoma in fase attiva, scarsa prognosi quoad vitam).
Verranno esclusi i pazienti che già in precedenza sono stati sottoposti a trattamento antivirale. I dati dei pazienti verranno raccolti dai sistemi informatici della Fondazione Gemelli ed elaborati in forma pseudo anonimizzata. In considerazione della grande diffusione dell’infezione da HCV, questo progetto si propone lo screening di almeno 4000 pazienti in 12 mesi.
Progetto sostenuto con la sponsorizzazione non condizionante di