25 ottobre, Giornata Mondiale della Pasta. “La Giornata Mondiale della Pasta – leggiamo sul sito dedicato -non è solo un’occasione per celebrare questo delizioso alimento, ma anche per apprezzare la cultura e la tradizione che lo circondano. La pasta è una parte fondamentale della cucina italiana, ma è anche un simbolo di convivialità e condivisione. Questa giornata ci ricorda che la pasta è un piatto che può essere gustato da tutti, indipendentemente dalla nazionalità, dalla religione o dalla classe sociale. La pasta è un alimento accessibile e nutriente che può essere preparato in molti modi diversi, e questo è ciò che la rende così speciale.”
“Un italiano su 2 mangia pasta tutti i giorni”
Il Sole 24 Ore ce ne offre anche una differente (e curiosa) angolazione:
“La novità inaspettata riguarda però il consumo di pasta in momenti della giornata meno “tradizionali”, come a colazione o a merenda: «a dispetto di una presunta impronta “conservatrice” degli italiani – nota la ricerca – 8 su 10 dimostrano grande apertura, confermando di essere pronti a consumarla appena svegli o come break durante la giornata, a patto che mantenga sempre alti i livelli di qualità e gusto”.
Si conferma la pasta come “piatto forte” nella nostra alimentazione “Mangiano pasta almeno una volta a settimana praticamente tutti gli italiani (99%) e oltre 1 italiano su 2 la porta in tavola ogni giorno, mentre 1 su 5 la consuma 4-5 volte a settimana. Siamo il Paese che ne mangia di più (con 23 kg pro-capite all’anno precediamo Tunisia con 17 kg e Venezuela con 12 kg), con un totale di 1,3 milioni di tonnellate consumate nel 2022. E – secondo la ricerca “Gli Italiani e il futuro della pasta” di AstraRicerche – il trend non cambierà: «per oltre 3 italiani su 10 il suo consumo in Italia tenderà ad aumentare, per 4 su 10 ci sarà un ulteriore incremento anche all’estero”.
Le qualità nutrizionali
Conferma di un orgoglio della tradizione italiana, certo, ma anche un alimento con moltissime qualità dal punto di vista nutrizionale. Abbiamo chiesto, su questo particolare aspetto, il parere della Prof.ssa Maria Cristina Mele (Direttore UOC Nutrizione Clinica, Fondazione Policlinico A. Gemelli IRCCS): “La pasta è un alimento estremamente consumato – non solo in Italia – e quindi anche estremamente dinamico, in costante trasformazione a seconda dell’evoluzione delle abitudini alimentari, delle “mode” gastronomiche (e addirittura del design dei singoli prodotti!) e della sempre crescente attenzione agli aspetti nutrizionali della nostra alimentazione.
Prendiamo ora però in esame solo la pasta prodotta con il frumento, in particolare con il grano duro. È diverso dal cosiddetto grano tenero (usato per la panificazione) che possiede caratteristiche strutturali differenti.
Anche all’interno di questa “famiglia” da grani duri potremo riscontrare variabili nutrizionali e organolettiche, per esempio date da una produzione industriale su larga scala o da lavorazioni semi-artigianali, spesso locali, che adottano metodologie e tempi di lavorazione anche molto differenti tra loro. Diciamo che, in termini generali, 100 g di pasta di semola di grano duro, a crudo, apportano circa 350 calorie e 19/12 g di proteine vegetali. Cosa significa? Che un piatto di pasta (cotta ovviamente, il cui volume aumenta ma i parametri nutrizionali variano di pochissimo) apporta una quota importante di energia all’organismo. A seconda del condimento poi avremo una pietanza ancor più sostanziosa, nella quale troveremo – sempre per 100 g a crudo – circa 2,5/3 g di fibra.
Non solo frumento
Quota che ovviamente aumenta in modo considerevole se avremo in tavola una pasta ottenuta da farine integrali. Per coloro che le tollerano i benefici sono molteplici. Ne beneficiano infatti i batteri “buoni” (le popolazioni batteriche residenti nel colon che, fermentandole, restituiscono nutrienti importanti all’organismo). Se poi la nostra pasta è ottenuta con altre tipologie di farina (es. altri cereali e pseudocereali, come il miglio, il sorgo, il grano saraceno o i legumi, oppure le alghe etc) ne andranno valutati i valori nutrizionali specifici.
Ricordiamoci infine che, per un soggetto sedentario, che non “brucia” i glucidi (zuccheri) che la pasta contiene, il consumo va razionalizzato per non incorrere in aumento di peso. Attenti agli eccessi quindi, soprattutto per i meno sportivi!”