Oltre ai trattamenti, sempre in costante evoluzione grazie a farmaci biologici ancora più sicuri ed efficaci, oggi mettiamo in primo piano due elementi chiave nella gestione delle MICI/IBD (Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali): ecografia e endoscopia.
Sul primo di questi temi ci parla la Prof.ssa Emma Calabrese (Prof. Ass.to Gastroenterologia, Univ. di Roma Tor Vergata) che ringraziamo.
D. “Qual è il ruolo della ecografia nella gestione delle Malattie Infiammatorie Intestinali (MICI)?”
GC “Il ruolo dell’ecografia intestinale nelle MICI è un ruolo cardine – afferma la Prof.ssa Calabrese – si tratta di patologie che durano tutta la vita e vanno ad interessare persone anche giovani, che quindi dovranno fare nel tempo numerosissimi esami diagnostici per poter valutare l’attività della malattia, la severità della malattia, e poi anche la riposta al trattamento di queste patologie.
Per questo un esame non invasivo, facilmente disponibile, ripetibile e fatto in ogni situazione rispetto alla malattia stessa è di notevole importanza. L’ecografia è un esame che può essere fatto con o senza mezzi di contrasto che però non vanno ad alterare la qualità di vita del paziente e danno una immediata risposta ai quesiti di gestione clinica e terapeutica in questo tipo di malattie.”
D “Anche in questo campo le tecnologie giocano un ruolo importante, negli ultimi anni ci sono stati progressi, ce lo conferma?
GC “Sicuramente l’innovazione tecnologica ha portato a maggiore disponibilità ed efficienza degli ecografi che noi utilizziamo per l’ecografia intestinale. E anche dei software che sono a nostra disposizione e che ci permettono di valutare meglio la lesione che è presente nelle malattie infiammatorie. Quindi possiamo avere più informazioni, grazie a questa continua innovazione tecnologica, al clinico che tratta i pazienti, in modo tale da poter adeguare nel miglior modo possibile la loro terapia.”
Al Prof. Loris Lopetuso (Prof. ass.to Gastroenterologia, Un. G. D’annuzio Chieti-Pescara, CEMAD Policlinico Gemelli IRCCS) chiediamo invece di metterci al corrente dei progressi in ambito endoscopico, inquadrandolo nel tema più generale di quella che viene definita medicina traslazionale. Ecco il suo contributo.
D “Partiamo da un quadro di insieme: cos’è la medicina traslazionale?
LL “La medicina dei giorni nostri vuole connettere, vuole sfruttare, l’expertise, le applicazioni e le scoperte in ambito di ricerca di base portandole, traslandole quindi, in ambito clinico. Sia in ambito di diagnosi, di gestione dei nostri pazienti, sia in ambito terapeutico, ed è per questo che si sente sempre più parlare di microbiota nelle MICI, e non solo in gastroenterologia ma anche per altre patologie.
Il microbiota è l’esempio più eclatante di quello che vuol dire medicina traslazionale: il mondo della interazione tra microbiota, sistema immune, barriera intestinale, viene portato, traslandolo, all’applicazione clinica. E se pensiamo al trapianto di microbiotica fecale o all’utilizzo di agenti microbiologici come fattori preventivi di risposta alle terapie biotecnologiche, biologiche, questo è l’esempio più grande di ciò che vuol dire medicina traslazionale in ambito gastroenterologico e non solo.”
D Due definizioni che incontriamo sempre più spesso, ambedue in inglese: ‘basic science’ e ‘diagnostic’: di cosa si tratta?
LL “Basic science’ è sostanzialmente tutto ciò di cui ci occupiamo nei nostri laboratori di analisi, con un gruppo dedicato alle MICI, con cui siamo da anni coinvolti in studi anche internazionali, nella gestione delle Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali. Tutto ciò poi viene traslato dalla ricerca di base alla gestione clinica.
L’esperienza in ambito di ‘basic science’ ci ha aiutato sia come approccio scientifico sia come approccio clinico nella gestione dei nostri pazienti. Partendo dalla ‘basic science’ arriviamo alla gestione del paziente e all’approccio endoscopico, che rappresenta uno strumento nevralgico nelle Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali sia per quanto riguarda la diagnosi, sia per quanto riguarda il monitoraggio della terapia, la valutazione di risposta alla terapia, sia per quanto riguarda la gestione di tutti quei pazienti che hanno avuto accesso nel corso della loro vita a interventi chirurgici, quindi nel monitoraggio post-chirurgico.
Proprio perché l’endoscopia in tal senso rappresenta uno strumento chiave nella gestione dei pazienti, è sempre più necessario implementare e migliorare la qualità della nostra endoscopia ed avere degli indicatori di qualità che possano migliorare la gestione terapeutica.
D “Alcuni pazienti hanno un po’ di paura dell’endoscopia. Possiamo rassicurarli? La tecnologia ha fatto molto per loro e per il medico nello stesso tempo, è vero?
LL “È assolutamente così: la tecnologia e la gestione dell’endoscopia nei nostri pazienti ha compiuto dei passi da gigante in ogni ambito, dal tipo di preparazione che il paziente ora deve fare, meglio tollerate sia come volume sia come necessità di durata di preparazione e come qualità della preparazione.
Si sono fatti passi in termini di miglioramento della qualità della sedazione, miglioramento delle tecniche endoscopiche, miglioramento degli strumenti e di tutte le procedure che accompagnano il paziente durante questo tipo di esame, che rimane uno strumento necessario nel momento in cui c’è un’indicazione medica, in ambito di diagnosi, di monitoraggio, di valutazione post-chirurgica. Tutto ciò rende l’endoscopia sempre più ben tollerata.”