“Francesca, 16 anni, in terapia per disintossicarsi dell’alcol. “Senza non mi diverto più” è il titolo di Repubblica per un “viaggio” (davvero inquietante) nella dipendenza da alcol di giovani e giovanissimi. Un problema grave e dalle dimensioni crescenti, come confermato anche al congresso dell’ Easl (European Association for the Study of the Liver) tenuto nei giorni scorsi a Praga. Pericoloso a ogni età, l’alcol è ancora più dannoso per gli adolescenti: non essendo l’organismo in grado di metabolizzarlo, resta in circolo più a lungo e ha più tempo per fare danni.
“Francesca ha 16 anni – prosegue l’articolo – è alta, magra e bella, studia al liceo classico e viene da una famiglia abbiente di Roma nord, famiglia che ha scoperto con incredulità durante il lockdown che la ragazza beveva. Tanto. Solo birra, ma quelle ad alta gradazione alcolica, 7 o 8 al giorno. Tanto da diventarne dipendente. E quando hanno pensato di vietargliele Francesca è diventata violenta, ha picchiato la madre, si è scagliata contro le suppellettili in casa e Dio solo sa che altro ancora avrebbe fatto. E i genitori hanno capito che la figlia – e loro stessi – avevano bisogno di un aiuto specialistico. Perché da solo non ce l’avrebbe fatta nessuno di loro.”
E l’aiuto, esperto e specialistico, è quello che offre CEMAD Gemelli “Trattiamo ragazzini di 14-15 anni – racconta sempre a Repubblica Giovanni Addolorato, responsabile dell’Unità di Medicina Interna e patologie alcol correlate della Fondazione Policlinico Gemelli di Roma, cui afferisce l’ambulatorio – ragazzini che hanno l’età dei miei figli e quando entrano nella stanza non smetto mai di pensarci, e di pensare ai genitori di quei ragazzini. Che per fortuna hanno capito di trovarsi di fronte a una patologia che va trattata e chiedono aiuto. Sono i ragazzi stessi che chiedono aiuto, soprattutto quando hanno alle spalle ritiri di patente per guida in stato di ebbrezza, fallimenti scolastici o abusi sessuali approfittando dello stordimento da alcol.”
Purtroppo “Francesca non è l’unica giovanissima ad aver attraversato le porte dell’ambulatorio dedicato a chi ha dipendenze da alcol. E non è neanche la più giovane, visto che questo record lo detiene un bambino di 12 anni, anche lui bevitore. Quando leggiamo gli allarmi degli esperti sui ragazzini che bevono, su quel binge drinking che vuol dire tracannare sei o sette unità alcoliche in meno di un’ora nel fine settimana, di quelli che finiscono in coma etilico nei pronto soccorso del week end, non pensiamo alle facce di questi ragazzi e alla devastazione delle famiglie. E sottovalutiamo il fatto che senza quelle enormi quantità di alcol pensano di non potersi divertire davvero, si sentono sfigati e derisi dal gruppo e per questo anche anche smettere di bere diventa un percorso complicato, e ostacolato dagli amici.”
Un atteggiamento che rischia di accompagnarli anche nell’età adulta. L’alcolismo si aggiunge infatti a quegli “Stili di vita (sbagliati)” di cui riferisce l’ultimo rapporto Osservasalute 2022
Quasi sei milioni di adulti sono obesi (più di uno su dieci), come sintetizza il Corriere della Sera Il 46% di bambini e ragazzi fino ai 18 anni risulta essere in eccesso ponderale. Tra gli obesi il diabete colpisce nel 15,5% dei casi. Inoltre, a praticare attività fisica dai 3 anni in su è appena il 34,5% della popolazione (circa 20,1 milioni), di cui quasi l’11% fa sport saltuariamente e non in modo regolare. Quasi 10 milioni di cittadini (il 19% del totale) fumano. E la depressione sembra affliggere in misura maggiore: tra il 2017 e il 2021 le prescrizioni di antidepressivi sono cresciute del 10,4%