L’obiettivo di “offrire a ogni paziente la migliore terapia possibile, adattata su misura ai suoi geni e al suo fenotipo, ma anche alle sue esigenze e preferenze” comprende “oltre all’area della cura, anche quelle della prevenzione e della diagnosi” come possiamo leggere sul sito della Fondazione Gemelli.
Le progressive acquisizioni – in ambito gastrointestinale e non solo – sul microbiota hanno dato un forte impulso in questo senso e oggi ne parliamo con il Prof. Maurizio Sanguinetti (Dir.re UOC Microbiologia Fondazione Gemelli).
“Parlando di microbiota, vorrei focalizzare la tipizzazione del microbiota ma non dobbiamo dimenticare qualche informazione riguardo alla complessità di questa tematica che riguarda fondamentalmente i batteri, i microorganismi in generale, che sono sopra e dentro di noi e che rappresentano una quantità fondamentale di cellule” è l’esordio del Prof. Sanguinetti.
“Sono almeno dieci volte più delle cellule che compongono il nostro organismo e con questi dobbiamo trovare un equilibrio e mantenerlo. Molto importante è identificare questi microorganismi dal punto di vista qualitativo e quantitativo e cercare di capire come interpretare i risultati ottenuti da questa caratterizzazione.”
“Possiamo provare a definire, in parole semplici, la tipizzazione del microbiota?”
“La valutazione del numero delle cellule microbiche presenti nel nostro organismo, quali specie compongono questa composizione microbica e come queste specie sono rappresentate dal punto di vista quantitativo tra di loro” è la risposta del Professor Sanguinetti “Questo è molto importante perché uno squilibrio della composizione microbiotica ie prende il nome di disbiosi ed è alla base di moltissime patologie, incluse le Malattie Infiammatori Croniche Intestinali (MICI-IBD)”.
“Possiamo affermare che il microbiota è anche una sorta di impronta digitale dell’individuo?”
“Assolutamente: ognuno di noi ha un singolo microbiota anche se lo scopo della tipizzazione è quello di cercare dei tratti comuni all’interno delle patologie, questo è molto importante per i pazienti. Per riuscire a capire se una persona o un microbiota anomalo, noi diciamo disbiotico, possa essere collegato a una qualche patologia. Questo è tipico nelle MICI ma anche in altre patologie, ad esempio la colonizzazione da germi multi-resistenti, vari tipi di neoplasie, malattie metaboliche e anche, molto importante, malattie neoplastiche.”
“Microbiota: un concetto con cui ci stiamo familiarizzando ma che non va banalizzato…”
“Assolutamente no. È importante salvaguardare i nostri batteri. Questo è un concetto molto poco noto ma quando noi assumiamo un antibiotico in modo non corretto, non richiesto dalle nostre condizioni, non solo aumentiamo la possibilità di avere una resistenza ma distruggiamo parte del nostro microbiota e questo è estremamente grave ed estremamente pericoloso.”
Un altro tema molto interessante in chiave di personalizzazione della cura è poi quello di medicina traslazionale (“…dal laboratorio, al letto del paziente”).
Ne abbiamo chiesto un approfondimento alla Dr.ssa Valentina Petito (Biotecnologo, Ricercatore CEMAD Gemelli).
“Dottoressa, vogliamo chiarire cos’è la medicina traslazionale?”
“Dobbiamo premettere che gli strumenti con cui oggi operiamo sono sicuramente sono cambiati rispetto a un passato anche relativamente recente” vuole precisare subito la Dr.ssa Petito.
“La ricerca è andata avanti, le metodiche che si utilizzano per fare ricerca sono assolutamente migliorate, sono aumentate, e questo ci permette di fare appunto ricerca personalizzata. E questa è la grande differenza con il passato: con gli strumenti che abbiamo adesso a disposizione riusciamo a fare medicina personalizzata.
L’obiettivo è personalizzare le nostre cure sulla base delle caratteristiche cliniche del paziente, che possono essere caratteristiche cliniche, appunto ma anche genetiche, questo per creare una terapia che sia il più possibile aderente alle necessità del paziente.
Ad esempio, la stessa pratica clinica nel campo delle Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali ci insegna che non tutte le terapie, soprattutto quelle più costose, le terapie sperimentali, sono adatte per tutti, funzionano con tutti; quindi, questa è la più grande differenza rispetto al passato.”
“Restando in questo campo, i farmaci biologici per MICI-IBD hanno dato un grande contributo in questo senso…”
“Assolutamente, ma dobbiamo anche pensare che si è capito che una malattia non dipende più soltanto da una causa ma da tante cause.
In un convegno recente si è parlato durante la sessione di medicina traslazionale e di ‘basic science’ appunto di microbiota ma si è parlato anche di una variante genetica di un carrier biologico. Quindi si è capito (ed è fondamentale!) che ogni paziente va osservato da diversi punti di vista, quindi valutando anche diversi sistemi, quali appunto la genetica, l’immunità, il microbiota; e allora è una conseguenza poi parlare di medicina personalizzata.”
“Restando sulle malattie infiammatorie, si può parlare di medicina di genere?”
“È una bella domanda, ancora non è propriamente chiaro questo step, ma anche il nostro gruppo sta lavorando in tal senso.”
“Quali sono le costanti che avete individuato con maggior chiarezza negli ultimi anni?”
“Sicuramente uno squilibrio a livello dell’immunità cui è collegato uno squilibrio del microbiota intestinale ma anche questi squilibri abbiamo constatato essere diversi da persona a persona, da paziente a paziente.”