Abbiamo più volte sottolineato come, a detta degli esperti, l’integrazione delle conoscenze e delle esperienze sia sempre più fattore chiave per il successo della cura delle Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali (MICI/IBD).
Al contempo, la progressiva accresciuta incidenza della patologia fa sì che anche competenze medico-cliniche apparentemente lontane dal distretto gastrico, possano e debbano giocare un ruolo importante in termini di diagnosi precoce e cura delle patologie infiammatorie.
Al quesito “Quale ruolo per ginecologo e pediatra nel team interdisciplinare MICI/IBD?” hanno risposto la Dr.ssa Caterina Ricci (UOC Ginecologia Oncologica Gemelli IRCCS) e la Prof.ssa Marina Aloi (Prof. Associato di Pediatria, Università La Sapienza, Roma). Ecco le interviste che ci hanno rilasciato, pubblicate integralmente sul nostro canale YouTube
“Dottoressa Ricci, un ginecologo in un team interdisciplinare che si occupa di malattie infiammatorie?”
“La figura del ginecologo può essere di aiuto al gastroenterologo su diversi fronti. In particolare, su tutta la parte di prevenzione, di avvio e counseling alle pazienti per lo screening e soprattutto per quello che riguarda il papillomavirus, la prevenzione del tumore del collo dell’utero e anche in collaborazione con l’infettivologo per quello che riguarda le malattie sessualmente trasmesse. Questo perché nell’arco della loro vita le pazienti affette da malattie infiammatorie croniche intestinali sono pazienti che vanno incontro a dei periodi di maggiore suscettibilità proprio per le terapie che sono costrette ad intraprendere. Ovviamente c’è tutta un’altra grande area di consulenza possibile, e molto spesso necessaria, per quello che riguarda l’ostetricia, quindi, sia il giusto counseling dei pazienti che desiderano o desidereranno intraprendere una gravidanza così come per quelle che hanno una gravidanza e la devono affrontare al meglio avendo già una diagnosi di malattia infiammatoria cronica intestinale.”
“Parliamo ora di giovani e giovanissime: stiamo facendo qualche progresso dal punto di vista della consapevolezza e della preparazione? Come arrivano all’incontro con voi?
“Vediamo pazienti ovviamente sempre più giovani, noi stiamo tentando di lavorare molto su questo avendo creato anche uno spazio di prevenzione giovani, un ambulatorio che si chiama PreGio che raccoglie non solo, volendo su indirizzo dei gastroenterologi, le pazienti con malattie infiammatorie croniche intestinali ma anche tutte le pazienti giovani che si approcciano alla prevenzione e allo screening. Su questo cerchiamo di lavorare molto per renderle consapevoli di come far meglio la prevenzione, di come poi proseguirla con l’adeguato screening. Sicuramente c’è ancora molto da fare, soprattutto nel sensibilizzare i colleghi, non tanto i ginecologi quanto piuttosto proprio in un ambito multidisciplinare.”
L’incidenza della Malattia Infiammatoria Intestinale (MICI/IBD) ad esordio pediatrico è in continua crescita nella maggior parte dei paesi. Prof.ssa Aloi, cosa può dirci in tema di precocità dell’insorgenza delle malattie infiammatorie?
“L’esordio precoce delle malattie infiammatorie intestinali fortunatamente resta un esordio abbastanza raro nel contesto di tutte le malattie infiammatorie ma non così raro da non dover essere ben conosciuto, nel senso che la malattia infiammatoria può esordire già nel primo anno di vita con delle caratteristiche che sono assolutamente specifiche, per cui conoscere la modalità di presentazione aiuta ad identificare presto questi pazienti che possono avere un andamento particolarmente severo, soprattutto in alcune condizioni con alcune cause precise.
Conoscere bene la sintomatologia di presentazione e anche la modalità di trattamento aiuta nel bambino che esordisce sotto i 5 anni di vita, ovvero cosiddetto ‘esordio precoce’ per definizione, a gestire meglio sia la terapia farmacologica anche nel caso sia necessaria anche quella chirurgica (…)
Dal punto di vista della sintomatologia c’è una prevalenza per quanto riguarda queste manifestazioni precoci?
“Sicuramente c’è una specificità: avere una malattia che interessa prevalentemente il colon, un’infiammazione prevalentemente del colon, anche nella malattia di Crohn. Questo significa che questi sono bambini che esordiscono principalmente con il sanguinamento rettale.”
“Questo è il sintomo chiave – specifica la Prof.ssa Aloi – che bisogna conoscere e che può essere confondente soprattutto nel bambino piccolo in cui non si pensa alla malattia infiammatoria intestinale, quindi, questi sono bambini che fanno varie linee di trattamento per problematiche diverse per poi definire la diagnosi corretta anche dopo sette o otto mesi.”