“Sono trascorsi dieci anni, e poco più, da quando la dieta mediterranea è stata iscritta nella lista del patrimonio culturale immateriale Unesco. Le motivazioni stanno in quelle conoscenze, pratiche tradizionali e abilità che sono passate di generazione in generazione e che, nel tempo, hanno fornito alle comunità affacciate sul bacino del Mare Nostrum un senso di appartenenza e continuità.”
“Senso di appartenenza”
Come dire: quella mediterranea è molto più di una lista di alimenti. È, casomai, uno stile di vita entro cui l’atto del mangiare insieme è la base di una identità culturale fatta di creatività, dialogo, ospitalità. Ma anche di rispetto per il territorio e la biodiversità. E a guadagnarci è la salute.”
Il Corriere della Sera online aveva già dedicato ampio spazio all’alimentazione e alla annuale “classifica” tra gli stili alimentari (la parola “dieta” per quanto corretta suona sempre un po’ rigida e punitiva) e torna sul tema con un articolo dal titolo che non lascia dubbi “Dieta mediterranea: è (ancora) la migliore al mondo davanti a Dash e flexitariana. Ecco perché“. Leggiamolo insieme.
“Per il quinto anno consecutivo, la dieta mediterranea si conferma la migliore al mondo stando a quanto ha stabilito, di recente, la rivista americana US News & World Report. Dietro di lei la DASH, acronimo che sta per Dietary Approaches to Stop Hypertension, ovvero Approcci dietetici contro l’ipertensione grazie alla riduzione dell’assunzione di sale. E, a pari merito, la flexitariana, regime alimentare in prevalenza vegetariano che, solo occasionalmente, consente il consumo di carne e pesce.”
“Importanti per la prevenzione”
Il Corriere prosegue approfondendo i plus di ciascuna dieta e con una significativa precisazione sulle prime tre nella classifica “… diete sicure perché poggiano su basi scientifiche. E, opportunamente adattate, da uno specialista competente, a ogni persona in base alle peculiarità e allo stile di vita, forniscono il corretto apporto calorico e una modesta quantità di proteine magre, per lo più da latticini.
I tre regimi alimentari in vetta alla classifica dei migliori al mondo sono stati individuati da un pool di 27 esperti che hanno esaminato 40 diete tenendo conto di 7 parametri: perdita di peso a breve termine, perdita di peso a lungo termine, facilità nel seguirla, completezza di nutrienti, rischi per la salute, efficacia nella prevenzione delle malattie cardiovascolari, efficacia nella prevenzione del diabete.”
Tutto bene quindi? Non completamente: in Italia abbiamo un alto tasso di obesità, con una significativa quota di bambini e adoloscenti in sovrappeso o già obesi.
Qualche raccomandazione
Sulle motivazioni si era espresso già, sempre sulle pagine dello stesso quotidiano, il Prof. Valter Longo, biochimico, direttore del programma Longevità & Cancro all’Ifom di Milano “I bambini italiani mangiano troppo pane, pasta, pizza, patate e proteine. L’equivalente, ogni giorno, di dieci cucchiai di zucchero. Le faccio un esempio concreto: in casa o fuori (anche se questo non è propriamente il periodo) siamo abituati ad accompagnare i nostri piatti con del pane, poco importa se poi in tavola viene servita della pasta, peraltro in quantità. E alla fine del pasto ci si strafoga di frutta perché siamo convinti che faccia tutto bene. In realtà è una combinazione deleteria, non certo il tipo di dieta mediterranea che allunga la vita”.
Oltre a sottolineare il problem, il Professore aggiungeva poi una raccomandazione certamente significativa a proposito degli errori più comuni che gli italiani commettono a tavola, eccola “… un eccesso di proteine: penso alla tanto amata pasta al ragù magari abbinata a insaccati e legumi. Un classico. Poi l’abbondanza di carni rosse. In alcune zone d’Italia 13 pasti lavorativi al mese su 20 sono a base di carne in genere, 10 di carne rossa. I cereali? Ancora poco consumati, così come i legumi. Mentre le verdure tendono a essere sempre le stesse. Ha presente l’immensa varietà della dieta mediterranea. Ci sarebbe da sbizzarrirsi e invece…”