Un’approfondita revisione clinica a firma italiana, il cui titolo originale è “Female reproductive health and inflammatory bowel disease: a practice-based review” ha “fatto il punto” sulle problematiche più importanti e “sentite” dalle pazienti di sesso femminile, in particolare in età fertile, con Malattie Infiammatorie Intestinali (MICI/IBD), quali Colite Ulcerosa e Morbo di Crohn.
Per loro, infatti, sono molteplici e rilevanti le preoccupazioni riguardo a problemi di immagine corporea e sessualità, mestruazioni, contraccezione, fertilità, gravidanza, allattamento e menopausa.
Abbiamo voluto intervistare sull’argomento uno degli autori, il Prof. Alessandro Armuzzi (Responsabile Centro MICI della Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS – Roma), che ringraziamo per la disponibilità e la cortesia.
Domanda: Professore, come si legge nell’ abstract, la vostra review evidence based si concentra sulla vita delle donne con malattie infiammatorie croniche intestinali, dalla pubertà alla menopausa. Qual è l’incidenza nella donna di MICI/IBD, innanzitutto?
Risposta: “L’incidenza e la prevalenza di malattia di Crohn o colite ulcerosa nella donna non differiscono sostanzialmente da quelle degli individui di sesso maschile, sia a livello internazionale sia nazionale. Recenti studi epidemiologici su database amministrativi nazionali, infatti, hanno rilevato che in Italia, tra gli oltre 230.000 pazienti stimati, di cui circa il 60% affetti da colite ulcerosa ed il 40% da malattia di Crohn, poco meno del 50% sono di sesso femminile.
D: Quali le problematiche più rilevanti (e condizionanti) per la sfera femminile presentano le MICI/IBD?
R “A parte le problematiche comuni ad entrambi i sessi, legate alla condizione di essere affetti da una malattia cronica (ad esempio, attività di malattia cronica recidivante, assunzione cronica di farmaci con rischio di effetti collaterali, rischio di interventi chirurgici, “fatigue”, impatto sulla qualità di vita, riduzione della capacità lavorativa o di studio e delle attività sociali, ecc.), esistono una serie di problematiche “gender-related” e “age-related” che sono a carico delle persone di sesso femminile con malattia di Crohn o colite ulcerosa”
“Rischio di ritardo di pubertà, amenorrea, salute sessuale, alterazione dell’immagine corporea, salute riproduttiva, necessità di counseling preconcezionale, fertilità ed infertilità, impatto dei farmaci o della chirurgia addomino-perineale sulla fertilità e la gravidanza, modalità di parto, allattamento, vaccinazioni nel neonato, impatto della terapia ormonale su malattia intestinale, sono alcune tra le problematiche rilevanti per la sfera femminile.”
D: Nel vostro lavoro, viene sottolineato come “I gastroenterologi specializzati in malattie infiammatorie intestinali e altri medici che visitano pazienti di sesso femminile con malattie infiammatorie intestinali dovrebbero fornire supporto per questi problemi e offrire una terapia adeguata per garantire che le loro pazienti raggiungano lo stesso benessere e salute complessivi delle donne senza malattie infiammatorie intestinali.” Quanto siamo vicini a questo risultato, così importante e cosa manca per il cosiddetto ‘ultimo miglio’?
R: “La gestione “moderna” della malattia di Crohn e della colite ulcerosa prevede un approccio centrato sul paziente, in cui lo specialista del settore (in gergo “IBDologo”) coordina altre figure specializzate, non solo mediche, per affrontare al meglio ogni tipologia di problema segnalato dal paziente stesso. Nel caso specifico, e in relazione alla problematica, esistono una serie di figure (ginecologo, ostetrica, infermiere, nutrizionista, psicologo, ecc) che possono a turno intervenire. La gestione multidisciplinare delle MICI è attuata in vari centri di riferimento a livello nazionale, ma l’acquisizione e la messa in pratica di questo concetto non è ancora stata adottata da tutti coloro che gestiscono questo tipo di patologie“
Ringraziando il Prof. Armuzzi per gli approfondimenti, possiamo sicuramente affermare che la crescente attenzione e consapevolezza, da parte del Medico, di quelle che sono le problematiche indotte dalle affezioni croniche MICI/IBD sulla sfera “di genere” potrà rappresentare la migliore risposta alla domanda di salute che le pazienti avanzano.
Una risposta che andrà perfezionata sia dal punto di vista qualitativo (con la migliore conoscenza della patologia da parte dei professionisti della salute) sia allargando il più possibile la platea dei sanitari consapevoli e coinvolti da tale richiesta delle pazienti.



