La Malattia Diverticolare, ovvero la presenza di piccole sacchette all’interno delle pareti intestinali – è frequente soprattutto dopo i 50 anni.
Può essere asintomatica o invece dare dolori e problemi intestinali fino ad arrivare a vere e proprie perforazioni che devono essere trattate in urgenza con la chirurgia. Ce la descrive e chiarisce in ogni suo risvolto il Prof. Antonio Gasbarrini (Direttore del Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche della Fondazione Policlinico A. Gemelli IRCCS) in una intervista per il nostro canale YouTube.
Guidati dal Prof. Gasbarrini scopriamo la complessità di una patologia solo apparentemente semplice, e capiamo la differenza fra diverticolosi e diverticolite, come prevenirne l’insorgenza e l’infiammazione, come evitare le complicanze, quale alimentazione nelle fasi acute e nel mantenimento e quando ricorrere a farmaci e quali. Ecco alcuni stralci dell’intervista, visibile nella versione integrale a questo link
Professore, che cos’è la Malattia Diverticolare? “È una di quelle malattie che tutti crediamo di conoscere ma in realtà ignoriamo le sue sfaccettature. Possono esserci diverticoli nell’esofago, nello stomaco, nel duodeno, nell’intestino tenue e nel colon. Generalmente però la malattia diverticolare più nota è quella colica, generalmente nel colon di sinistra, nel il sigma e in una parte del retto” illustra il Prof. Gasbarrini.
“Se guardiamo l’intestino, nella parte inferiore c’è una ESSE (il sigma appunto) una ‘curva’ dove ristagnano le feci prima di uscire, un vero serbatoio ed è la zona che è sottoposta alla pressione massima ed è lì che si formano in maggioranza i diverticoli. Sono delle estroflessioni a fondo cieco. Un paragone che faccio ai miei pazienti è questo: una volta c’erano i palloni di cuoio e dove c’erano le cuciture usciva la camera d’ria. Ecco, questi ‘bozzetti’ sono proprio i diverticoli, che passano attraverso lo strato muscolare e generalmente nelle zone dove arrivano i vasi sanguigni, una zona di minor resistenza. Possono essere pochi (2,3,4 ad esempio) o molti con l’aumentare dell’età della persona, e avere dimensioni diverse, da 1 o 2 cm ai diverticoli giganti, con diametri di 4,5, 10 o addirittura 15 cm.
Come si può diagnosticare? “L’ecografia può già dirci se esiste una malattia diverticolare e se è complicata. Poi c’è la TAC dell’addome, che è usata soprattutto per escludere le forme complicate. Esiste poi un’altra indagine non invasiva che la Colon-TAC o colonscopia virtuale che permette di vedere anche l’interno dell’addome, con dei SW che permettono una vera ‘navigazione’ nel colon con immagini in 3D che vedono molto bene i diverticoli. E poi naturalmente la colonscopia” ci chiarisce il Professore.
Ecco un altro passaggio dell’intervista, questa volta a proposito della Terapia. e della dieta “La dieta va costruita su misura: c’è una dieta per le fasi acute, in cui l’intestino va tenuto il più possibile a riposo e quindi il paziente va tenuto a digiuno. Nelle fasi della malattia diverticolare non complicata la dieta è in genere povera di fibre per ridurre il funzionamento del colon“.
Quando invece c’è una diverticolosi del colon è il contrario: qui per prevenire la comparsa dei diverticoli si ritiene sia importante una dieta ricca in fibre e povera in grassi e zuccheri raffinati e ricca di acqua e cereali integrali perché dobbiamo far lavorare tutti i giorni il colon. Questa dieta aiuta a pulire queste sacche diverticolari e evitare la stitichezza. Se ci sono difficoltà di evacuazione dobbiamo assumere fibre, psilio e bere molta acqua. Un aspetto curioso è quello dei semi nella dieta, un tempo evitati. Ci sono studi prospettici che invece dimostrano non esserci relazione tra i semi nella dieta e il rischio di diverticoli”.
Un accenno alla terapia farmacologica? “Nessuna terapia per i casi asintomatici è la risposta del Professore “se ci sono disturbi entriamo nel grande tema dell’intestino irritabile. Si possono usare antispastici ma soprattutto regolarizzare come le persone vanno di corpo. È interessante notare che stomaco e colon – distanti oltre 6 metri – sono in realtà in comunicazione e quando il colon è infiammato per una malattia diverticolare, spesso manda messaggi allo stomaco per svuotarsi e l’unico sintomo in quei casi è il reflusso gastro-esofageo”.
“Quindi risolvere una stipsi da malattia diverticolare è risolvere una esofagite da reflusso, in alcuni casi. Vediamo la Diverticolite. Nelle forme non complicate si tende a usare antibiotici intestinali topici, per via ciclica. Poi ci sono degli antinfiammatori, i salicilati, che vengono usati tutti i giorni. Nella diverticolite vera e propria, confermata dalla TAC, dove si vede infiammazione, si comincia ad avere febbre e dolori importanti. Lì si utilizzano oltre alla dietoterapia anche antibiotici maggiori, chinolonici, imidazolici, antibiotici sicuri e molto efficaci…”