Il 4 febbraio si è celebrata, come ogni anno, la Giornata mondiale contro il cancro – World Cancer Day, promossa dalla UICC – Union for International Cancer Control e sostenuta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Una giornata particolarmente significativa in questi mesi di pandemia e di cui vogliamo sottolineare alcuni messaggi di particolare importanza per la nostra salute, sia in chiave di cura sia di prevenzione di questa grave patologia.
In particolare. vogliamo proporre alla vostra attenzione un interessante contributo, ospitato dalla testata FOCUS sul delicato tema del rapporto tra cibo e tumori, del Prof. Antonio Moschetta, Ordinario di medicina interna dell’Universita di Bari, e ricercatore della fondazione AIRC – Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro che ora scorriamo nei punti salienti, in particolare sottolineando 5 aspetti da tenere presenti nel rapporto tra alimentazione e tumori.
1. Alimentazione e metabolismo del cancro Quando si parla del rapporto tra cibo e cancro, dobbiamo soffermarci indubbiamente sul metabolismo del cancro, ossia capire qual è la benzina che il tumore utilizza per crescere e diventare aggressivo. Tale aspetto è di fondamentale importanza perché, in alcuni tumori, lo stato metabolico della persona ammalata determina l’aggressività del tumore. È per questo che una donna con obesità viscerale (girovita oltre la norma a causa dell’accumulo di grasso all’addome) ha più probabilità di ammalarsi di cancro alla mammella, mentre un uomo obeso ha un rischio aumentato di sviluppare cancro alla prostata.
Spiega Moschetta “L’obesità viscerale caratterizza un ambiente sistemico pro-infiammatorio che può favorire l’insorgenza del cancro. Oggi, in particolare, si parla microambiente tumorale per descrivere tutte quelle cellule che circondano il cancro, incluse le cellule infiammatorie, che possono creare delle situazioni favorevoli alla crescita del tumore”.
2. Un’alimentazione corretta migliora l’effetto delle terapie Uno studio americano condotto su 250 mila soggetti di sesso femminile ha dimostrato che a parità di tumore alla mammella (stadio, tipologia…), una donna con obesità addominale presenta possibilità di guarigione a cinque anni ridotte di quasi il 20% rispetto ad una donna senza adiposità viscerale.
“Se siamo in uno stato dismetabolico e infiammatorio, i farmaci non funzionano bene. Ciò significa che nutrizione e stile di vita, da soli, non saranno mai in grado di curare il cancro, ma favoriranno la creazione di un ambiente meno suscettibile all’aggressività della malattia, che permetterà anche alle cure di funzionare al meglio“, aggiunge Moschetta.
3. L’importanza delle terapie target “Le terapie target che vanno ad affamare il cancro sono, nella maggior parte dei casi, dei trattamenti mirati che vanno a modulare delle strade intracellulari volte ad affamare la cellula. Tali terapie sono state possibili in seguito alla scoperta di quali sono gli interruttori sul Dna che sono accesi e spenti dai nutrienti e dagli ormoni. Un esempio di questi interruttori è il recettore degli estrogeni nei tumori della mammella. Quando è stato identificato nelle cellule del cancro, è bastato disegnare un composto chimico antiormonale per affamare e quindi curare il tumore della mammella” puntualizza il Prof. Moschetta.
4. L’alimentazione influenza l’ambiente in cui si sviluppa il tumore Un punto di particolare rilievo, che dobbiamo capire in ogni suo aspetto per la piena consapevolezza delle possibilità che la nutrizione offre per contrastare il tumore. Ancora il Prof. Moschetta “Oggi sappiamo che un determinato tumore, con una specifica mutazione, ha effetti completamente differenti in due soggetti diversi. Paragonando il tumore a una macchina, in un individuo corre a 10 km all’ora e in un altro a 120 km/h. Ed è proprio qui che nutrizione e stile vita sono protagonisti, determinando la velocità di questa crescita. In un soggetto infiammato, obeso e con il fegato grasso, quello specifico tumore corre molto più velocemente. Ciò significa che per contrastare il tumore, questo soggetto dovrà cambiare il suo stile di vita e come si comporta a tavola”.
E infine 5. L’importanza della dieta mediterranea riaffermato con molta cognizione dal Professore “Noi sappiamo che la dieta mediterranea o la dieta di Okinawa sono il non plus ultra per diminuire il rischio oncologico, ma in realtà ogni dieta dovrebbe essere costruita ad personam perché la personalizzazione della nutrizione è importante come la medicina personalizzata” concetto quest’ultimo da sempre alla base dell’approccio clinico della Fondazione Gemelli e di CEMAD.
Vi consigliamo anche di scorrere, sulla stessa testata, un articolo collegato allo stesso tema e incentrato sulle “molte false informazioni sul cancro: se alcune di esse possono essere innocue, altre incidono negativamente sui comportamenti delle persone. Ecco qualche chiarimento in occasione del World Cancer Day“.