Mille domande in rete, protagonista di questa stagione che vede rapidamente crescere i contagi, come paventato prima dell’estate dai virologi più realisti. Oggi proviamo a rispondere a una delle più frequenti “cosa fare in caso di contatto con un positivo al covid” sia esaminando le risposte più serie e documentate che l’onnipresente Google ci propone sia grazie al parere del Prof. Francesco Franceschi (DirettoreUOC Medicina d’Urgenza e Pronto Soccorso Policlinico Gemelli IRCCS).
Innanzitutto chiariamo cosa vuol dire “contatto” vediamo di fare un piccolo decalogo con l’aiuto di quanto pubblicato al riguardo finora:
1 una persona che ha avuto un contatto fisico diretto con un caso di COVID-19 (per esempio la stretta di mano);
2 una persona che ha avuto un contatto diretto non protetto con le secrezioni di un caso di COVID-19 (ad esempio toccare a mani nude fazzoletti di carta usati);
3 una persona che ha avuto un contatto diretto (faccia a faccia) con un caso di COVID-19, a distanza minore di 2 metri e di durata maggiore a 15 minuti;
4 una persona che si è trovata in un ambiente chiuso (ad esempio aula, sala riunioni, sala d’attesa dell’ospedale) con un caso di COVID-19 per almeno 15 minuti, a distanza minore di 2 metri;
5 persona che fornisce assistenza diretta ad un caso di COVID19, oppure personale di laboratorio addetto alla manipolazione di campioni di un caso di COVID-19 senza l’impiego dei DPI raccomandati o mediante l’utilizzo di DPI non idonei;
6 una persona che abbia viaggiato seduta in aereo nei due posti adiacenti, in qualsiasi direzione, di un caso di COVID-19, i compagni di viaggio o le persone addette all’assistenza e i membri dell’equipaggio addetti alla sezione dell’aereo dove il caso indice era seduto (qualora il caso indice abbia una sintomatologia grave od abbia effettuato spostamenti all’interno dell’aereo, determinando una maggiore esposizione dei passeggeri, considerare come contatti stretti tutti i passeggeri seduti nella stessa sezione dell’aereo o in tutto l’aereo). Le stesse indicazioni sono valide in caso di viaggi in treno.
NB Il collegamento epidemiologico può essere avvenuto entro un periodo di 14 giorni prima o dopo la manifestazione della malattia nel caso in esame.
Una precisazione è d’obbligo: in Italia vige un Sistema Sanitario articolato su base Regionale. Per questa ragione, ogni disposizione e indicazione legata alla pandemia da SARS-COVID-2 va verificata su base locale, a seconda della regione di residenza e quindi di competenza.
Partiamo con il Corriere della Sera, che nel suo dorso milanese propone la domanda di tanti genitori “Un compagno di classe di mio figlio è positivo, come devo comportarmi?”
La parte dell’articolo che ci interessa di più è quella che riguarda un’eventuale positività anche del nostro bambino “Se l’alunno effettivamente risulta positivo al Covid-19, l’Ats (l’Agenzia di Tutela della Salute (ATS) della Val Padana NDR) pone in isolamento fiduciario tutta la classe per 10 giorni. In questo periodo, i genitori devono misurare la febbre ogni giorno e controllare lo stato di salute dei figli“.
Se compaiono sintomi lievi prosegue l’articolo, (mal di gola, raffreddore, tosse e febbre, perdita di gusto e olfatto) bisogna segnalarlo al pediatra o al proprio medico, perché il tampone va fatto, in questo caso, entro 24/48 ore dall’insorgenza dei sintomi. Se invece il ragazzo ha la febbre alta e/o presenta difficoltà respiratorie, occorre telefonare subito al 112, specificando che il bambino è stato un contatto di caso confermato di Covid 19.”
Un’altra domanda frequente è “Covid-19, cosa fare in caso di sospetto contagio?”.
Ci risponde Repubblica “In caso si sviluppino sintomi compatibili con il Covid-19, è necessario contattare il proprio Medico di Medicina Generale o il Pediatra di Libera Scelta per gli opportuni approfondimenti clinici (…) disponendo l’Isolamento Fiduciario sia del Caso sospetto che dei suoi contatti stretti conviventi fino all’esito del Tampone diagnosticato solo del caso sospetto, prenotato direttamente dal Medico di Medicina Generale o dal Pediatra”
Prima di introdurre il parere dirimente del Prof. Franceschi, un ultimo quesito, anche questo molto frequente in rete “Ho ricevuto una notifica da Immuni, cosa devo fare?” Per rispondere consultiamo direttamente quanto scrive il sito dedicato della APP IMMUNI
“Se Immuni rileva che sei stato esposto ad un possibile contagio, ti arriverà una notifica. Segui le raccomandazioni che troverai all’interno dell’app, a partire dal contattare il tuo medico di medicina generale per i dovuti approfondimenti. Anche se non sei obbligato a farlo, ti consigliamo di seguire le indicazioni che ti verranno date per proteggere la tua salute e quella degli altri, in particolare di quelli che ti sono più vicini.”
Ascoltiamo ora il Prof. Francesco Franceschi “Il consiglio nel caso di un contatto stretto, come precedentemente definito, è:
– autoisolarsi al proprio domicilio
– indossare sempre la mascherina anche all’interno dell’abitazione
– avvisare il medico di medicina generale (MMG) che dovrà verificare l’effettiva sussistenza del contatto stretto. Nel caso venga confermato, il MMG avviserà l’ASL che provvederà a predisporre un tampone (meglio se eseguito a partire dalla quinta giornata dal contatto).
– utilizzare biancheria personale evitando contatti diretti con gli eventuali altri membri della famiglia
– misurare la temperatura corporea ogni giorno
– nel caso compaiano sintomi Covid19 compatibili (febbre, tosse, mal di gola, disturbi del gusto-olfatto etc…) avvisare il MMG che seguirà il paziente instaurando una terapia adeguata al caso. Il paziente dovrà comunque eseguire un tampone.”