I volti di medici e infermieri, in prima linea sul fronte del COVID, con i segni lasciati dalle mascherine e dai dispositivi di protezione anti-COVID19 hanno fatto il giro del mondo nelle ultime settimane, finendo anche sulle copertine di settimanali importanti. Ma anche i non addetti ai lavori dovranno indossare le mascherine chirurgiche (o quelle fai da te) per uscire di casa, probabilmente per diversi mesi. Le mani inoltre, oltre ad essere lavate spesso, vengono disinfettate con prodotti a base di alcol, che possono dar luogo a importanti dermatiti irritative. Ecco dunque i consigli degli esperti, per il personale sanitario e per i non addetti ai lavori, su come prendersi cura della propria pelle ai tempi del COVID.
I ‘volti da COVID’ di medici e infermieri
Chi è costretto ad indossare per lunghe ore i dispositivi di protezione può presentare lesioni cosiddette ‘da pressione’, nel caso delle maschere per gli occhi più aderenti (simili a quelle dei sub), ma anche lesioni da sfregamento a livello di naso e guance dovute alle mascherine per proteggere naso e bocca dal virus, che possono aprire la porta ad infezioni. Un danno ‘collaterale’ minimo rispetto a quello che potrebbe fare il virus, se dovesse trovare entrare nel corpo attraverso le mucose di naso, bocca e congiuntiva, ma pur sempre un danno. Del quale si è occupata di recente la professoressa Karen Ousey direttore dell’Istituto di Integrità della Cute e Prevenzione delle Infezioni dell’Università di Huddersfield (Gran Bretagna) e coautrice di un documento di consenso sulla gestione di queste lesioni da dispositivi di protezione pubblicato su Journal of Wound Care . “Il personale sanitario che indossa questi dispositivi di protezione – suggerisce l’esperta – dovrebbe mantenere la pelle pulita e ben idratata, applicando una crema barriera almeno mezz’ora prima di indossare le maschere. E’ necessario inoltre rimuovere le maschere più aderenti almeno ogni due ore, quindi pulire e idratare di nuovo la pelle, prima di indossarle di nuovo”.
Mascherine per tutti nella “fase 2”: come prevenire i disturbi della pelle
Ma con la prospettiva della ‘fase 2’ sempre più vicina, accompagnata dalla raccomandazione che tutti, per uscire, indossino una mascherina chirurgica (o una mascherina fatta in casa) per proteggere se stessi e gli altri da un eventuale contagio, anche i non addetti ai lavori devono attrezzarsi adeguatamente per proteggere la pelle, dopo le lunghe settimane di quarantena che stiamo per lasciarci alle spalle.
“In questo periodo – afferma la professoressa Ketty Peris, ordinario di dermatologia presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma e Direttore della UOC di Dermatologia della Fondazione Policlinico Universitario ‘A. Gemelli’ IRCCS – stiamo vedendo tante dermatiti irritative. Queste pelli vanno lavate con ‘saponi non saponi’ e idratate molto bene. Soprattutto le mani, sulle quali sono stati abbondantemente utilizzati disinfettanti a base di alcol al 70%, altamente irritanti, vanno molto idratate, così come tutte le altri parti del corpo. Per chi indossa mascherine chirurgiche o quelle fai te non ci sono problemi particolari per la pelle del viso, ma la raccomandazione, anche in questo caso, è la stessa: idratare molto bene la pelle prima di indossarle e dopo averle tolte”.
“Per quanto riguarda la possibile carenza di vitamina D – conclude la professoressa Peris – dovuta alla mancata esposizione alla luce del sole in queste settimane, questa non rappresenta un problema perché basta fare una passeggiata di 10-20 minuti con le braccia scoperte perché la vitamina D venga sintetizzata. In alternativa, la vitamina D può essere assunta grazie a integratori specifici oltre che con una dieta a base di alimenti ricchi di vitamina D”.
Guarda l’intervista video alla prof.ssa K. Peris.
Autore: Maria Rita Montebelli